Disturbi Specifici di Apprendimento: come riconoscerli e intervenire
Nel precedente articolo abbiamo parlato dei disturbi specifici dell'apprendimento cercando di tracciare una panoramica generale su cosa sono, come si fa la diagnosi e come devono essere gestiti a scuola in base alle normative vigenti.
Oggi cerchiamo di capire come è possibile riconoscere un disturbo specifico dell'apprendimento basandoci sulle istruzioni fornite dalle Linee guida 2011 e che cosa fare quando identifichiamo un DSA in un bambino.
DSA come riconoscerli
Come sottolineano le linee guida 2011, i disturbi specifici di apprendimento hanno una componente evolutiva, ciò comporta che la loro manifestazione avvenga sotto forma di ritardo e/o atipia del processo di sviluppo.
La legge 170/2010 affida principalmente alla scuola, di ogni ordine e grado, il compito di identificare i casi sospetti e di impostare mirate attività di recupero. Bisogna infatti considerare che, secondo le ricerche in questo ambito, circa il 20% dei bambini può presentare delle difficoltà nelle abilità di base ma solo il 3-4 % viene poi diagnosticato come disturbo specifico di apprendimento. Se dunque, nonostante le attività proposte, le difficoltà persistono, la scuola deve comunicare alla famiglia il sospetto di DSA e invitarla a rivolgersi ai servizi specializzati per effettuare una diagnosi. Ecco i passi previsti dalla legge 170/2010 per la gestione dei DSA:
Come si può notare, l'osservazione degli insegnanti si rivela fondamentale per la rilevazione precoce di possibili disturbi e deve concentrarsi sui vari ambiti interessati ovvero lettura, scrittura e calcolo.
Il ruolo della scuola dell'infanzia
Data l’importanza di identificare precocemente le possibili difficoltà di apprendimento e i segnali di rischio, la scuola dell'infanzia assume un ruolo centrale nell'osservazione sistematica delle prestazioni e dei processi di apprendimento dei bambini.
Sono campanelli di allarme ed è necessario prestare particolare attenzione se il bambino:
- confonde i suoni
- non completa le frasi
- non utilizza parole adeguate al contesto o le sostituisce
- omette suoni o parti di parole
- sostituisce suoni, lettere (ad esempio p/b)
- ha un'espressione linguistica inadeguata
- è goffo
- ha poca abilità nella manualità fine
- ha difficoltà nel riconoscere la destra e la sinistra
- gli risultano difficili i compiti di memoria a breve termine
- fatica a imparare filastrocche e a giocare con le parole
Quando le insegnanti individuano questi segnali, attivano tempestivamente dei percorsi didattici appositamente calibrati sui bisogni del bambino attraverso l’uso di metodologie operative, in cui viene data importanza all’attività psicomotoria e alla stimolazione dell’espressione con tutti i linguaggi. La narrazione e l’invenzione di storie, il loro completamento e ricostruzione avranno grande rilevanza così come la memorizzazione di filastrocche, poesie e conte, accompagnate dai giochi di manipolazione dei suoni all’interno delle parole.
Difficoltà globali e specifiche
Grazie all’osservazione sistematica, le insenanti possono notare l’emergere di difficoltà ascrivibili ai DSA come ad esempio:
- difficoltà grafo-motorie
- difficoltà di orientamento e integrazione spazio temporale
- difficoltà di coordinamento oculo-manuale e di coordinazione dinamica generale
- dominanza laterale non adeguatamente acquisita
- difficoltà nella discriminazione e memorizzazione di visiva sequenziale
- difficoltà di orientamento nel tempo scuola
- difficoltà nell’esecuzione autonoma delle attività della giornata
- difficoltà ad orientarsi nel tempo prossimale (ieri, oggi, domani)
Durante l’osservazione del bambino in attività specifiche, come per esempio il pregrafismo, le insegnanti possono notare difficoltà come:
- lentezza nella scrittura
- pressione debole o eccessiva esercitata sul foglio
- discontinuità del gesto
- ritoccatura del segno già tracciato
- direzione del gesto grafico
- occupazione dello spazio sul foglio
In questo caso gli interventi saranno incentrati sullo sviluppo della motricità fine, sulla funzionalità della mano e sull’organizzazione mentale, attraverso gli esercizi di grafica: qui il bambino lavora sul nesso tra l’assunzione immaginativa di un dato e il suo tradursi in azione. Con la sperimentazione, anche attraverso il corpo, il bambino percepisce e rielabora la forma grafica e matura il corretto schema corporeo per la sua riproduzione.
Il linguaggio
Il calcolo
La scuola dell’infanzia è impegnata in prima linea nel favorire lo sviluppo da parte dei bambini dei prerequisiti del calcolo e perciò nell’uso di processi mentali specifici implicati nella cognizione numerica, nella stima di numerosità e nel conteggio.
Il bambino che manifesta delle difficoltà deve essere posto nelle condizioni di:
- imparare a distinguere tra grandezza di oggetti e numerosità degli stessi, attraverso attività di stima di piccole numerosità e di confronto di quantità
- acquisire le parole-numero tramite un uso prolungato del conteggio in situazioni concrete
- imparare ad astrarre il concetto di quantità numerica al di là delle caratteristiche dell’oggetto contato
- saper usare il numero come strumento per la risoluzione di piccoli problemi quotidiani
Il ruolo della scuola primaria
La prevenzione delle difficoltà di apprendimento rappresenta uno degli obiettivi primari della continuità educativa. A causa della componente evolutiva dei DSA, la diagnosi viene solitamente effettuata a partire dalla classe terza primaria. Nei primi due anni della scuola primaria le insegnanti proseguono le attività di rinforzo già iniziate alla scuola dell’infanzia per offrire la possibilità ai bambini di maturare le capacità percettivo-motorie e linguistiche propedeutiche alla conquista delle abilità di letto-scrittura e del calcolo.
I bambini con DSA trovano difficoltà nell’acquisizione della letto-scrittura perché presentano:
- limitate capacità di riconoscimento visivo
- limitate capacità di analisi fonologica delle parole
Per queste ragioni hanno difficoltà ad acquisire la corrispondenza tra segni ortografici e suoni e non riescono a ricostruire la parola partendo dai singoli suoni che la compongono. Per sopperire a questa difficoltà, le Linee guida suggeriscono l’utilizzo di un metodo sillabico o fono-sillabico per l’acquisizione della letto-scrittura. La sillaba (specialmente quella aperta composta da consonante+vocale) è individuata e utilizzata anche dal bambino più piccolo e ciò permette di avviare esercizi di sintesi sillabica come:
- ricostruzione di una parola partendo dalla sequenza delle sue sillabe
- riconoscimento della sillaba iniziale, finale e intermedia
- formazione di treni di parole
- riconoscimento e formazione di rime
- uso di tombole e domino con immagini e simboli da associare
In un secondo momento si passerà al lavoro di tipo fonologico anche attraverso attività che tendono a sviluppare la consapevolezza come ad esempio:
- individuazione del fonema iniziale di parola
- individuazione del fonema finale e poi intermedio
- analisi fonemica, analoga al processo di scrittura
- fusione fonemica, analoga al processo di lettura
- composizione di parole bisillabe
- associazioni grafema/fonema associando lettere e immagini
- conteggio dei fonemi
- raggruppamento di immagini il cui nome inizia o finisce con lo stesso suono
Si consiglia di iniziare a presentare le lettere con lo stampato maiuscolo ed evitare di presentare altri caratteri insieme, per evitare di confondere il bambino. Andranno inoltre fornite precise istruzioni riguardanti:
- l’esecuzione del segno grafico per la realizzazione delle lettere
- la corretta impugnatura della matita
- la corretta sequenza dei movimenti della mano
- la direzione del gesto
- la dimensione delle lettere sul foglio
- la raccomandazione di iniziare il tracciato delle lettere dall’alto
In questo modo l’alunno con difficoltà potrà avere modelli di riferimento precisi. Ad ogni proposta di nuovi contenuti andranno affiancate attività di rinforzo e dovranno essere fornite strategie di studio personalizzate.
Per quanto riguarda il calcolo, se il bambino all’ingresso della scuola primaria non ha ancora sviluppato i prerequisiti specifici, è opportuno fermarsi sul loro rinforzo e in particolare sulle abilità di conteggio e sul calcolo a mente, essenziali per lo sviluppo dell’intelligenza numerica. Le strategie più importanti da allenare sono :
- la composizione e scomposizione dei numeri
- il raggruppamento
- l’arrotondamento alla decina
- le proprietà delle 4 operazioni
- il recupero di fatti aritmetici
A questo scopo le Linee guida raccomandano l’uso quotidiano di strategie di calcolo a mente cercando di favorire il più possibile il ragionamento e lasciando l’esercizio e la costruzione dell’automatizzazione per un secondo momento.





Commenti
Posta un commento